venerdì 5 dicembre 2025

Un aforisma al giorno - L'unica e sola festa di tutte quelle antiche allegrie che un tempo coprivano l'intera terra.



Gli uomini sono ancora in lutto per la morte di Dio. Quando il cristianesimo fu pesantemente bombardato nel secolo scorso, non vi fu alcun punto che fu attaccato in modo più persistente e brillante di quello della sua presunta inimicizia verso la gioia umana. Shelley e Swinburne e tutti i loro eserciti hanno attraversato più volte quel terreno, ma non lo hanno intaccato. Non hanno creato un solo nuovo trofeo o vessillo a cui il mondo possa aggrapparsi per rallegrarsi. Non hanno dato un nome o una nuova occasione di allegria. Il signor Swinburne non appende le calze la vigilia del compleanno di Victor Hugo. Il signor William Archer non canta canti natalizi che descrivono l'infanzia di Ibsen davanti alle porte delle case nella neve. Nel corso del nostro anno razionale e triste, rimane una sola festa di tutte quelle antiche allegrie che un tempo coprivano l'intera terra. Il Natale rimane a ricordarci quelle epoche, pagane o cristiane che fossero, in cui molti recitavano la poesia invece che pochi la scrivevano. In tutto l'inverno dei nostri boschi non c'è nessun albero che risplenda tranne l'agrifoglio.

Gilbert Keith Chesterton, Eretici.

Algernon Swinburne





giovedì 4 dicembre 2025

Un aforisma al giorno - La prima sorgente della vita.



Ora, un bambino è il segno e il sacramento della libertà personale. È un nuovo libero arbitrio che si aggiunge alla volontà del mondo; è qualcosa che i suoi genitori hanno liberamente scelto di generare e che liberamente accettano di proteggere. Possono sentire che ogni divertimento che lui procura (che spesso è considerevole) proviene davvero da lui e da loro, e da nessun altro. È nato senza l'intervento di alcun padrone o signore. È una creazione e un contributo; è il loro contributo creativo alla creazione. È anche una cosa molto più bella, meravigliosa, divertente e sorprendente di qualsiasi storia stantia o melodia jazzistica prodotta dalle macchine. Quando gli uomini non lo percepiscono più come tale, hanno perso il senso delle cose primarie e quindi ogni senso di proporzione riguardo al mondo. Le persone che preferiscono i piaceri meccanici a un tale miracolo sono stanche e schiavizzate. Preferiscono i residui della vita alle prime sorgenti della vita. Preferiscono le ultime cose, contorte, indirette, prese in prestito, ripetute ed esaurite della nostra civiltà capitalista morente, alla realtà che è l'unico ringiovanimento di tutta la civiltà. Sono loro che abbracciano le catene della loro vecchia schiavitù; è il bambino che è pronto per il nuovo mondo.

Gilbert Keith Chesterton, Il pozzo e le pozzanghere.



mercoledì 3 dicembre 2025

Un aforisma al giorno - Feroci e libere.



L'unicorno è una creatura terribile; e sebbene sembri vivere piuttosto vagamente in Africa, non mi sorprenderebbe affatto se lo vedessi arrivare camminando lungo una delle quattro strade bianche che conducono a Beaconsfield; il mostro più bianco delle strade, con il suo corno più alto del campanile di una chiesa. Tutti questi animali fantastici erano immaginati come enormemente grandi, oltre che incredibilmente feroci e liberi. Il calpestio del terribile unicorno scuoteva gli infiniti deserti in cui viveva; e le ali del vasto grifone passavano sopra la testa nel cielo con il rombo di mille cherubini. Eppure resta il fatto che se aveste chiesto a un uomo medievale cosa significasse l'unicorno, avrebbe risposto: “castità”.

Quando avremo compreso questo fatto, comprenderemo molte altre cose, ma soprattutto la civiltà da cui proveniamo. Il cristianesimo non concepiva le virtù cristiane come cose docili, timide e rispettabili. Le concepiva come cose vaste, ribelli e persino distruttive, che disprezzavano il giogo di questo mondo, dimoravano nel deserto e cercavano il loro nutrimento in Dio.

Gilbert Keith Chesterton, L'Uomo Comune.



martedì 2 dicembre 2025

«Avere il coraggio di guardarsi attorno e ringraziare di tutto» - Un intervista un po' datata ma sempre fresca alla nostra Annalisa Teggi.


Chesterton secondo Annalisa Teggi, la sua traduttrice



Sabato 29 marzo 2014, ad Arzignano, ha avuto luogo il terzo Aperitivo Culturale organizzato dall’Associazione “Ulysses”. Ospite dell’incontro Annalisa Teggi, moglie, mamma di due bambini, saggista e traduttrice, in particolare delle opere di Gilbert Keith Chesterton, un classico inglese ancora troppo poco conosciuto in Italia.

«La scarsa fama di Chesterton è difficilmente spiegabile, perché si tratta di un autore comunicativo, adatto a tutti, eruditi e non. Mio marito, che nel tempo sono riuscita a “chestertonizzare”, lavora spesso a Londra, e anche lì Chesterton non è molto noto, perlomeno all’uomo della strada, che non ha fatto studi letterari. Forse perché il suo inglese richiede un certo grado di attenzione. Forse perché, essendo un autore “cattolico”, trova più attrito di altri… Un po’ come Guareschi».

Il resto in questo collegamento:

lunedì 1 dicembre 2025

Un Chesterton alla Settimana toglie la Ruggine Quotidiana, la nuova serie di podcast della SCI!

La Società Chestertoniana Italiana è orgogliosa di presentarvi il primo episodio di: "Un Chesterton alla Settimana toglie la Ruggine Quotidiana!".
Un podcast di brevi episodi in cui ripercorreremo le citazioni più celebri dello scrittore inglese, mettendo in luce la loro sbalorditiva attualità. 
L'episodio di oggi ruota attorno alla figura di San Francesco d'Assisi: come è riuscito a diventare l'uomo più ricco del mondo pur vivendo senza 
ricchezze? 

Vai al collegamento: 

https://soundcloud.com/societa-chestertoniana-italiana/un-chesterton-alla-settimana-1-san-francesco-giullare-di-dio?si=73a092db07e14560af58c3cc64cea136&utm_source=clipboard&utm_medium=text&utm_campaign=social_sharing

Un aforisma al giorno - San Tommaso, o la filosofia del senso comune.



A questa domanda “Esiste qualcosa?” san Tommaso comincia con il rispondere “Sì”; se cominciasse rispondendo “No”, non sarebbe il principio ma la fine. Questo è ciò che alcuni di noi chiamano senso comune. O non esiste filosofia né filosofi né pensatori né pensiero né nient’altro, oppure c’è un ponte reale tra la mente e la realtà.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino.


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domenica 30 novembre 2025

Un aforisma al giorno - "Tutto ciò che è dell'intelletto è stato prima dei sensi".



San Tommaso d’Aquino ricorda da vicino il grande Professor Huxley, l’Agnostico che inventò il termine Agnosticismo. Gli somiglia nel suo modo di cominciare la discussione ed è diverso da chiunque altro, prima e dopo, fino all’epoca huxleyana. Adotta quasi letteralmente la definizione huxleyana del metodo agnostico: “Seguire la ragione fin dove va”; la sola domanda è: dov’è che va? San Tommaso stabilisce un principio che suona moderno o materialista in maniera quasi stupefacente: “Tutto ciò che è nell’intelletto, è prima stato nei sensi”. Questo è il punto da cui cominciò, proprio come qualunque moderno uomo di scienza, anzi meglio, come qualunque moderno materialista che a mala pena può essere definito un uomo di scienza; all’estremo esattamente opposto dell’indagine rispetto a quello del puro mistico. I platonici, o perlomeno i neoplatonici, tendevano tutti all’opinione che la mente fosse illuminata interamente dall’interno; san Tommaso insisteva che essa era illuminata da cinque finestre, che chiamiamo le finestre dei sensi. Egli però voleva che la luce proveniente dall’esterno illuminasse ciò che era all’interno. Voleva studiare la natura dell’Uomo, e non semplicemente di quei muschi o funghi che potesse vedere attraverso la finestra, e ai quali dava valore come la prima esperienza istruttiva dell’essere umano. Partendo da questo punto, comincia a salire su per la Casa dell’Uomo, passo dopo passo e racconto dopo racconto, finché esce in cima alla torre più alta e ammira il panorama più ampio.

Gilbert Keith Chesterton, San Tommaso d'Aquino.


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sabato 29 novembre 2025

Un aforisma al giorno - S'era fatto un po' di nemici, San Tommaso...



San Tommaso dev’essersi fatto un certo numero di nemici, anche se difficilmente li trattò mai come nemici. Purtroppo, il buon carattere134a volte è più irritante di un cattivo carattere. E poi aveva fatto un bel po’ di danni, come molti medievali avrebbero pensato; e, cosa ancor più curiosa, un bel po’ di danni da ambo i lati. Era stato rivoluzionario contro Agostino e tradizionalista contro Averroè. A qualcuno poteva sembrare che avesse tentato di distruggere quell’antica bellezza della città di Dio, che aveva certe somiglianze con la Repubblica di Platone. Ad altri poteva sembrare che avesse inflitto un colpo all’avanzata rovinosa delle forze dell’Islam, pari a quello inferto loro dalla presa di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione.

Gilbert Keithn Chesterton, San Tommaso d'Aquino.


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